Odg per la seduta n. 52 della commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali
SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


13a Commissione permanente
(TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI)


52a seduta: martedì 5 marzo 2019, ore 15
53a seduta: giovedì 7 marzo 2019, ore 8,45

ORDINE DEL GIORNO


IN SEDE CONSULTIVA

Seguito dell'esame del disegno di legge:
Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (Approvato dalla Camera dei deputati)- Relatrice alla Commissione LA MURA
(Relazione alla 14a Commissione)
(944)
Seguito esame e rinvio
PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

BOTTICI, CASTELLONE, ANGRISANI, SILERI, DONNO, PARAGONE, TRENTACOSTE, LEONE, LANZI, GIANNUZZI, PIRRO, FERRARA, DE LUCIA, CORRADO, FENU, LANNUTTI, VANIN, MOLLAME, GALLICCHIO, DRAGO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

nel territorio tra i comuni di Montignoso (Massa e Carrara) e Pietrasanta (Lucca) è sita la discarica denominata Cava Fornace, gestita da Programma ambiente Apuane SpA, del gruppo ALIA SpA, che nasce come discarica di inerti, per essere successivamente riclassificata, nel 2007, a discarica di rifiuti non pericolosi e speciali, con deroga a quanto previsto per i rifiuti pericolosi contenenti amianto, nonché diverse tipologie di "codici a specchio";

il frazionamento del progetto di discarica e il progressivo aumento dei rifiuti conferibili hanno contribuito cumulativamente ad impedire la valutazione complessiva dell'impatto ambientale e di quello cumulativo dell'impianto stesso, depotenziando così tutte le istruttorie svolte in successivi procedimenti autorizzativi;

la valutazione d'impatto ambientale (VIA) svolta sull'intero impianto evidenzierebbe, come emerso nell'inchiesta pubblica conclusasi nel 2009-2010, l'inidoneità del sito rispetto ai criteri del decreto legislativo n. 36 del 2003, in quanto sito carsico, sismico, caratterizzato da alta pericolosità geomorfologica, con sorgenti sottostanti, e con l'adiacente SIR-ZPS "lago e rupi di Porta";

le molteplici attività di controllo poste in essere da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale) sovente sfociano in segnalazioni all'autorità giudiziaria per violazioni al codice ambientale (di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006) o alle prescrizioni impartite con l'autorizzazione integrata ambientale (AIA);

la Procura di Massa Carrara avviava nell'anno 2014 un'inchiesta per il reato di inquinamento ambientale, a conclusione della quale nel 2016 fu emesso un provvedimento interdittivo antimafia da parte della Prefettura, poi revocato dopo un rinnovamento della compagine societaria;

risulta agli interroganti di aziende del sistema dei rifiuti, indagate e o sotto processo per reati ambientali, che hanno regolarmente conferito e lavorato con la discarica di Cava Fornace;

i Comuni di Montignoso, Pietrasanta, Seravezza, Forte dei Marmi e Massa hanno approvato recentemente atti di indirizzo per chiedere la chiusura dell'impianto. Il Consiglio regionale della Toscana ha fatto proprie le preoccupazioni delle comunità locali impegnando con una mozione (atto n. 1079 del 2017), votata all'unanimità, la Giunta alla rapida chiusura dell'impianto e alla contestuale realizzazione di un piano di messa in sicurezza nonché di bonifica dell'area;

di contro, contravvenendo allo statuto della Regione Toscana, che individua nel Consiglio regionale l'organo di indirizzo politico, la Giunta regionale e l'assessore per l'ambiente Fratoni non hanno messo in atto l'indirizzo del Consiglio, favorendo al contrario la possibilità di estendere l'utilizzo del sito fino a fine vita o almeno fino al 2028, data ultima per i conferimenti nelle discariche che trattano amianto, emessa dalla Comunità europea;

con nota n. 13824 del 19 settembre 2007, il Ministro dell'ambiente pro tempore si esprimeva in modo contrario alla riclassificazione dell'originaria discarica di inerti: "Questo ministero aveva già avuto occasione di esprimersi circa tale discarica e, nel corso di una riunione tenutasi presso la Regione Toscana nel giugno 2003 , si era convenuto sul fatto che le criticità ambientali dell'area non consentissero la possibilità di estendere le tipologie di rifiuti conferibili nella discarica (Nota passando da inerti a non pericolosi e speciali ) e sull'opportunità di procedere al recupero del sito individuando forme di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale, nel confermare tale posizione e nel ribadire la particolare vulnerabilità e le criticità ambientali dell'area si richiedono con urgenza informazioni sulla eventuale procedura in corso";

Arpat, prima che la Provincia approvasse (determinazione del dirigente del settore Ambiente e Trasporti della Provincia di Massa n. 8732/2003 del 17 dicembre 2003) la riclassificazione del sito contro ogni buon senso, e violando anche il principio di precauzione, indicava che: "la discarica insiste su un'area che presenta varie criticità ambientali, dovute alla presenza dei calcari dolomiti fratturati e due sorgenti subito a valle del sito di discarica. Le acque delle sorgenti, tramite la fossa fiorentina vanno ad alimentare il Lago di Porta, area umida di particolare pregio naturalistico posto subito a valle della discarica (…) Per la particolarità dell'area l'eventuale estensione delle tipologie di rifiuti da smaltire in discarica dovrebbe avvenire solo per comprovate necessità dei territori di Lucca e Massa-Carrara e su materiali di cui sia certa la provenienza e la composizione e comunque inerti dal punto di vista chimico e ambientale";

considerato che:

ad oggi sono in corso i lavori per portare l'abbancamento dei rifiuti fino a quota 98 metri, ossia al fine vita: progetto che permetterebbe così di lavorare nel sito fino probabilmente al 2028, con una grave e irreparabile compromissione del medesimo sito e dei territori limitrofi;

molteplici risultano essere le implicazioni di certo interesse pubblico di una revisione del progetto, in un'ottica di tutela ambientale e della salute pubblica di oltre 50.000 abitanti del comprensorio, ed anche in ossequio al principio di precauzione;

l'impianto è, inoltre, sprovvisto di parere igienico-sanitario obbligatorio, così come della valutazione di impatto ambientale postuma,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga di accogliere le istanze delle comunità locali, convocando un tavolo interistituzionale rivolto a scongiurare l'aggravarsi della già preoccupante situazione;

quali iniziative di competenza, alla luce delle criticità rilevate, intenda adottare affinché si provveda all'interruzione immediata al conferimento dei rifiuti e siano stabilite le modalità di chiusura della discarica, dando seguito a quanto approvato dal Consiglio regionale della Toscana con la votazione all'unanimità della mozione citata.


(3-00462)